Case Vacanze Agrigento

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il centro storico

Via Atenea con le sue chiese, i monasteri ed il labirinto di acquedotti sotterranei: questo è il modo di esplorare Agrigento.
La vecchia strada principale della città inizia a "Porta di Ponte" , un ingresso medievale demolito e poi ricostruito nel 1868, il preludio a via Atenea.

Alla destra c'è la strada acciottolata che porta alla principale memoria di Agrigento: il convento e la chiesa di Santo Spirito, parte di un' abbazia fondata alla fine del tredicesimo secolo dalla marchesa Prefoglio di Agrigento, moglie di Federico e madre di Manfredi Chiaramonte. La chiesa ha un portale Gotico. Il suo interno vanta un arco trionfale del diciottesimo secolo.
La gloria della Santissima Trinità, gli stucchi di Giacomo Scipotta, il convento è uno dei più antichi della Sicilia.
Il grande chiostro rettangolare è mantenuto bene come anche l' ingresso con le sue grandi arcate originali, il refettorio, gli affreschi del quattordicesimo secolo ed il dormitorio al piano superiore.
Ora ritorniamo alla via Atenea, a sinistra c'è via San Francesco d' Assisi, che ci conduce all' omonima chiesa e a quella di San Pietro risalenti al medioevo, ma ricostruite nel diciottesimo secolo.
Dopo viene Piazza del Purgatorio nel cuore più interno della città dove c'è la chiesa di San Lorenzo con la sua facciata Barocca e l' entrata per gli igogei.

Alla fine della piazza, vicino ad un leone di pietra, c'è l' entrata ad uno degli ipogei più antichi. Un sistema di tunnel, canali, serbatoi e cisterne risalenti al sesto secolo a. C.  
Successivamente c'è piazza Luigi Pirandello (detta piazza del municipio), irregolare con il convento Domenicano (ora il municipio) e la facciata Barocca del diciottesimo secolo di San Domenico, che contiene dipinti della stessa epoca.
All'interno del municipio c'è il teatro Luigi Pirandello del diciannovesimo secolo si raggiunge attraversando un cortile.
La casa dove Pirandello nacque (1867-1936) drammaturgo e premio nobel per la letteratura nel 1934 è aperta anche ai turisti. Conosciuta come "Il Caos" , è ubicata a Villaseta, dove sono preservate le sue ceneri in una colonna sotto un albero di pino.
Il museo civico si trova di fronte al municipio.

Continuiamo adesso verso il Duomo, per le vie delle Orfane e i giardini che ci portano in via Barone, poi lungo via degli Oblati e la chiesa di San Giorgio del quattordicesimo secolo che ha un bel portale Gotico.
Ora viene la piazza Don Minzoni e poi il Duomo che si trova su una rampa di gradini sulla parte più alta della collina. Fondato nell' undicesimo secolo da vescovo Gerlando e rimodellato parecchie volte tra il tredicesimo ed il diciassettesimo secolo, ha una torre con un campanile che risale al quindicesimo secolo ed una facciata con una grande finestra in stile arabo-normanno.
La struttura Latina a forma di croce, all' interno ha tre navate. Il soffitto di legno ha una travatura reticolare ad ovest, lacunare ad est e sostiene il blasone di Re Carlo II di Asburgo con un' aquila a due teste nel centro.
I dipinti e le statue della cattedrale includono una Madonna col Bambino, del palermitano Stefano Di Martino (1475) ed un' altra attribuita a Guido Reni  (1575-1642) ed il Sepolcro di Gaspare De Marinis, opera di Andrea Mancino e Giovanni Gagini (1943).
La costruzione ha un insolito effetto acustico, per il quale una persona che si trova nell' alside può sentire ciò che viene detto all' ingresso, ad una distanza di 85 metri.
Gli archivi della cattedrale contengono la cosiddetta "lettera del diavolo" , un documento scritto da una mano indecifrabile inserito in un manoscritto che parla di Suor Maria Crocifissa, a cui si pensa sia indirizzata, che visse nel diciassettesimo secolo.

Il museo diocesano si trova di fronte alla cattedrale. Danneggiato dalla frana del 1966, le sue collezioni sono state messe temporaneamente nel museo archeologico. Nella piazza Don Minzoni c'è il palazzo vescovile con il seminario Steri dei Chiaramonte. Questo è stato restaurato nel diciottesimo secolo dal vescovo Lucchesi Palli  che fece erigere anche la Biblioteca Lucchesiana che contiene più di 60000 volumi, codici arabi illustrati e antichi manoscritti. Il salone centrale, dominato dalla statua del vescovo, ha una bella scaffalatura in legno.
Alla sinistra della statua trovano posto i testi di argomento profano e alla destra, in maniera simmetrica, quelli religiosi.
La divisione è sottolineata dalle due figure scolpite nel legno alle spalle della statua: a sinistra una donna che medita, a destra una donna con in mano uno specchio, simbolo della fede attraverso la quale si conosce se stessi.

Nella via che costeggia il Duomo vi è la chiesa di Sant' Alfonso, costruita fra il 1839 ed il 1854, la navata di questa chiesa ha un soffitto con una volta a botte.
La chiesa di Santa Maria dei greci si trova fra la cattedrale ed il municipio. Ha questo nome perchè era la cattedrale del clero greco durante la dominazione normanna.
Comprende anche I resti di un tempio dorico, forse quello di Athena. Lungo le navate, si possono scorgere tracce di affreschi del quattordicesimo secolo.